In natura sono stimolati tutti i sensi in modo armonico e tutto il corpo è coinvolto” (Louv, 2005).
Il bambino piccolo trova in assoluto nell’ambiente naturale il maestro migliore per il raffinamento dei sensi: il ruvido della corteccia, il liscio di un sasso, il freddo della neve, la durezza della roccia, il profumo dei fiori, il sapore dei cachi maturi, i colori delle foglie d’autunno, dei frutti, del cielo…
Giocare con sabbia, terra, foglie, acqua, sassi, rametti, fiori… raffinano i nostri sensi tutti, che pur essendo autonomi, non agiscono in maniera del tutto distaccata gli uni dagli altri, innescando un vero e proprio processo attivo che porta ad una percezione globale che coinvolge il bambino tutto e lo conduce da un processo di osservazione e scoperte, alla costruzione di pensieri e apprendimenti. “I materiali raccolti, quelli che poi abitano le tasche dei bambini sono portatori di un valore sia personale per chi li trova e sceglie di conservarli, sia educativo-didattico per quel che possono insegnare, oltre che per il modo in cui possono farlo”.
Con il tatto e la manipolazione si scopre la consistenza del materiale, ruvido, liscio, morbido, duro, e altre peculiarità come caldo, freddo, friabile, resistente, modificabile… L’adulto che accompagna i bambini in questo processo deve conoscere come vengono attribuite le proprietà agli oggetti , essere “ben consapevoli della complessità del processo percettivo” per poter sostenere gli apprendimenti in modo adeguato.
“La mano è lo strumento più importante del ’uomo: è l’arto che caratterizza gli esseri umani rispetto a tutti gli altri esseri viventi del creato. Con la mano, l’umanità è riuscita a costruire (e a volte a distruggere) intere civiltà.” La mano comunica … la mano crea … la mano scopre … la mano lavora … la mano gioca …(Zavalloni, 2008).