A vivere momenti distesi nel rispetto dei tempi individuali e dei diversi interessi personali, a vivere momenti non programmati dagli adulti, tempi lenti per recuperare i particolari degli istanti.
Il tempo è una dimensione che deve essere progettata per la sua valenza pedagogica, psicologica e relazionale. Pensare il tempo, prendersi e concedere il tempo, decidere di sostare, scegliere di dare ai bambini il loro tempo e ipotizzare di dare un tempo diverso a noi adulti in qualità di educatori e insegnanti. Considerare che un bambino può scegliere talvolta anche di “non fare”, di starsene tranquillo a fantasticare in un angolo silenzioso, riconoscendo anche il valore del non fare, di “annoiarsi” , quale opportunità di auto ascolto e di riflessione oltre che possibilità per la nostra mente, di riempire il vuoto con domande, idee, progetti, desiderio.Qui nasce la creatività e la capacità di inventare come occupare il tempo senza che sia l’adulto a fornire una soluzione con qualcosa di programmato.
Il tempo si ferma anche per noi adulti quando ci fermiamo ad “osservare, in rigoroso silenzio, la bel ezza di un bambino immerso in un’attività che risponde ai suoi bisogni e che rapisce il suo corpo e la sua anima” (Mai in Guerra, 2017).